Il mondo di Macdelice di Maria Cavallaro. Pensieri e briciole di vita. I regali dei miei amici. La cucina di Nonna Papera. Di fiori a primavera,. Corse di colori tenui,. Tra i petali sfuggenti,. Questa voce è stata pubblicata il 24 marzo 2018, in la mia poesia. Una torta per il mio nipotino Matteo che ha compiuto due anni.

Ascolto musica a tempo indeterminato. Indosso emozioni come se fossero il mio vestito più bello. Scrivo di notte sorseggiando the alla vaniglia. Leggo in pigiama perdendomi piacevolmente tra le pagine di un libro. Piacere, sono Barby! È uno di quei periodi in cui. Hanno bisogno di silenzio assoluto e di un angolo di solitudine invalicabile. Ho bisogno di semplicità allo stato puro.

In nome tuo è questa barca. Con un messaggio scritto sopra. Nel delta del mio mare. Si porta ancora gli urli. E il nome tuo che è come. Che mi guardi dal mondo. Così tanto, troppo umano. Venuti su in sacchi di plastica. Cosa ti sei fatto tu stesso. Senza più mani né occhi capaci. Di toccare il sensibile,. Sensibile al tocco, fratello mio ti chiedo. Entrare, rannicchiarmi in te, discreto.

Da questa giornata iniziata male,. Bacata dalla tua inattesa assenza,. Una sparizione che è sofferenza. In caso di attrazione degli opposti,. Da Goethe a Castoldi, nuoce o consola,. Fiore laudato sie Padova-Assisi,. Estasi dei miei viaggi dilatati,. Duecento miglia che stavano scritte. Anche la rossa snob osservo e assorbo,. A Ponte San Giovanni pace e bene. E ora che incombe ne senti il profumo.

IL MOVIMENTO FOLK DEL GREENWICH VILLAGE. In un fermo di salita e assenza. In quel giorno troppo fragile. Fu un alito di volto. A ridurre il momento del mare. Tanto pallido e dolce tra i miei occhi. Per provare un solo abbraccio. E distante quanto un addio. Ma nessun indizio di marea. Nemmeno un cenno di risacca.

Per raccontare a noi stessi chi eravamo. Per trovare spunti di riflessione su cui costruire le basi per alimentare un dialogo ogni giorno diverso. Erano belle, le nostre conversazioni. Mai banali, mai monotone. Ma il tempo, adesso, è finito. E io non ho più storie da raccontare. A volte si sceglie di rimanere in silenz.

Dove mi porterà questa strada? Dove vanno le nuvole. Che seguo con lo sguardo. Fino alla fine del cielo? Sono le stesse che vegliano il tuo sonno? Sono le stesse che avvolgono la mia luna? Quante parole ci separano ancora. Dove ti portano i tuoi sogni? Oltre la pioggia sottile. Solo i nostri sogni,. Con i nostri respiri impalpabili.

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